La fame eccessiva nei Labrador è colpa di un gene: scoperta importante anche per l'uomo - Expopet

Il Labrador Retriever rientra tra le razze canine maggiormente amate in Italia, sia per la sua docilità che per la sua versatilità: sono numerosi infatti i cani di questa specie che vengono impiegati in salvataggi o nella pet therapy.

Ma c'è un'altra caratteristica che contraddistingue un Labrador Retriever e che i suoi proprietari conoscono bene: quella di essere attratto dal cibo più di ogni altro cane.

La questione è cosi diventata oggetto di studio: gli scienziati della University of Cambridge infatti hanno voluto effettuare delle ricerche per capirne il motivo cosi come ha raccontato la testata "The Guardian". Il risultato ottenuto è davvero eccezionale dato che per la prima volta si è messa in evidenza una mutazione genetica che a quanto sembra causerebbe questo senso di fame continuo.

Il dottor Conor O'Donovan e il suo team hanno studiato 130 esemplari dei quali sono stati valutati peso corporeo e il loro appetito insaziabile. Dai risultati, pubblicati all'interno della rivista Cell Metabolism, gli esperti hanno illustrato come nel 23% dei Labrador Retriever esaminati è portatore "di una copia di una forma mutata di un gene chiamato Pomc, che codifica le proteine che aiutano a saziarsi".

Che cosa comporta la presenza di questo gene? Gli esemplari che presentano almeno una copia del gene mutato pesano in media 1,9 kg in più rispetto ai Labrador che ne sono privi.

Per gli scienziati però, la causa di questo difetto genetico potrebbe risiedere nell'uomo: nello specifico questa forma mutante infatti è stata riscontrata soprattutto nei Labrador Retriever che vengono addestrati come cani di assistenza e per i quali viene solitamente utilizzato del cibo come ricompensa.

Ma c'è molto di più in quanto una scoperta del genere potrebbe essere di rilievo anche per quanto riguarda gli studi sull'obesità dell'uomo: è «un gene che crea problemi anche agli uomini: i bambini con funzionalità compromessa del Pomc sono costantemente affamati e diventano obesi in tenerissima età».

L'approfondimento di questi studi da parte degli esperti potrebbe portare quindi ad importanti svolte in merito a possibili soluzioni legate al problema dell'obesità sia dell'uomo che del suo amico a quattro zampe.

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