Promuovere e sensibilizzare la popolazione sul drammatico fenomeno del randagismo e portare avanti la lotta anti-abbandono: è questa la missione di Gabriella Barchitta, consulente del sindaco Enzo Bianco sulla tutela degli animali, la quale con il sostegno del Comune di Catania, l'Enpa e l'ASP Veterinaria, si adopera quotidianamente per cercare di risolvere uno dei grandi problemi che affligge la città etnea.

«Ci sono due cose principali da fare per abbattere il randagismo a Catania, come in qualsiasi altra città - illustra Gabriella Barchitta: prima di tutto la sterilizzazione a tappeto dei cani randagi cosi da evitare la formazione di branchi, e facilitare quella per i privati, in quanto troppo onerose per la gente in questo periodo di crisi, con il conseguente abbandono di cuccioli dentro i cassonetti. In accordo con l'ASP veterinaria, abbiamo inoltre cominciato anche con le microchippature gratuite in piazza: in questo modo abbiamo abituato il catanese ad avere il cane microchippato».

Catania purtroppo deve fare i conti con anni di negligenza durante i quali queste metodologie non sono state applicate. «Ci ritroviamo oggi – spiega Barchitta – con parecchi branchi che si sono insediati nei quartieri tipo Librino e S.G.Galermo: questo ha comportato parecchi avvelenamenti. Noi ci stiamo attivando: abbiamo fatto una sala operatoria solo per Catania, finanziata dal Comune, in cui è presente un veterinario che sterilizza 3 volte a settimana solo cani e gatti della zona, in quanto il presidio che abbiamo a Nesima si occupa già di tutti i paesi etnei. È questione di organizzazione: si conta di fare in seguito una sterilizzazione quotidiana».

Ma il fenomeno può essere contrastato? «Per evitare il randagismo definitivamente passeranno ancora 2 anni, perché non è che si può risolvere velocemente questo problema dopo anni in cui non è stato fatto nulla. Inoltre ci danneggiano tutti questi abbandoni fatti ogni giorno dai privati. Anche se il Comune ha fatto delle convenzioni con l'Enpa per le adozioni, purtroppo non ci possono essere tutte queste adozioni per questi abbandoni», afferma la consulente.

«Abbiamo fatto scendere i canili nelle piazze in modo che i cittadini conoscano il problema perché non tutti sanno che ognuno di noi paga una percentuale per un cane che viene preso in custodia in un canile, di conseguenza io vorrei sensibilizzare la gente ad adottare i cuccioli anziché comprarli, in modo da costituire un risparmio sia per i cittadini che per l'amministrazione».

I cittadini che hanno bisogno di informazioni o vogliono inviare delle segnalazioni possono rivolgersi all'Ufficio Diritti Animali: sono molti quelli che già lo fanno tramite soprattutto alcuni presidenti di quartiere che hanno dato disponibilità. «Noi in questo modo individuiamo i cani e facciamo le sterilizzazioni – continua Barchitta. Purtroppo non possiamo prendere tutti cani randagi altrimenti avremmo bisogno di un altro canile di 2000 posti. Il cane reinserito è tutorato ma soprattutto non è morsicatore perché ci siamo attivati per vedere se può essere rilasciato».

«I cittadini devono sapere che contribuiscono ai pagamenti: cerchiamo di civilizzarci senza lamentarci troppo. Quello che chiedo è maggiore collaborazione da parte di tutti: non abbandonate i cuccioli nei cassonetti perché non solo viene a costare al Comune e i canili sono al collasso, ma anche perché quell'abbandono rappresenta una parte di denaro dei catanesi. Ogni cane infatti viene a costare 1300 euro all'anno. Il mio obiettivo è aiutare gli animali, dargli dignità e cercare di rendere Catania civile anche sotto questo punto di vista» conclude la consulente Barchitta che a settembre, insieme ad ASP ed Enpa, tonerà nella piazze catanesi con la microchippatura.

Avete un problema? Dovete sterilizzare? Chiamate l'Ufficio Diritti Animali di Catania in modo da avere chi vi offre una mano, ma non abbandonate più cani e gatti: la città è al collasso e l'avvelenamento non è un modo civile per trattare il problema.